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Il censimento

Il censimento

Pur trattandosi della prima ricerca a prefiggersi il censimento della musica manoscritta e a stampa per film conservata in Piemonte, nella sua fase iniziale il progetto Cabiria ha potuto giovarsi dei risultati di alcune indagini condotte negli ultimi decenni e tuttora in corso.

Ci si riferisce in particolare al progetto di censimento del patrimonio musicale subalpino promosso dalla Regione Piemonte e dall’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte a seguito di una convenzione siglata nel 1999, più volte rinnovata e attualmente decaduta.

A una dozzina d’anni dall’avvio del progetto, l’Istituto ha censito oltre 900 fondi musicali e prodotto, grazie all’adozione del Sistema Informativo della Direzione Beni Culturali della Regione Piemonte (SIRe), una base di dati che annovera attualmente informazioni relative a due terzi di essi, fornendo una sorta di carta d’identità delle istituzioni (con cenni storici e ragguagli sulle modalità di accesso e sugli strumenti di ricerca), una ricognizione di ciascun fondo con notizie sulla sua costituzione e sui materiali contenuti (musica manoscritta e a stampa, libretti, libri liturgico-musicali, lettere, documenti sonori e audiovisivi, fonti iconografiche, strumenti musicali), una bibliografia di riferimento. All’implementazione della base di dati informatica si affianca la pubblicazione di una serie di volumi che, oltre a rendere noti i risultati via via ottenuti, ha lo scopo di proporre un approfondimento storico, musicologico e bibliografico delle informazioni reperite. Sinora hanno visto la luce: Le fonti musicali in Piemonte, vol. I, Torino, a cura di Annarita Colturato, Lucca, Libreria Musicale Italiana – Torino, Regione Piemonte, 2006; Le fonti musicali in Piemonte, vol. II, Cuneo e provincia, a cura di Diego Ponzo, ivi, 2009; Le fonti musicali in Piemonte, vol. III, Asti e provincia, a cura di Paolo Cavallo, ivi, 2011. Il quarto volume, Alessandria e provincia, a cura di Stefano Baldi, è di prossima pubblicazione.

Accanto al numero e alla datazione di manoscritti e stampe musicali, SIRe richiede l’indicazione del genere cui le opere testimoniate possono essere ricondotte, offrendo queste opzioni: musica vocale sacra, vocale profana, operistica, strumentale, altro. A fronte dell’utilità di varie notizie emerse nel progetto di Regione Piemonte e Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, nel merito della musica per film il progetto Cabiria non ha potuto dunque giovarsi che di sporadiche informazioni fornite dai collaboratori a corredo e arricchimento di quanto inserito nella base di dati informatica.

Fatto il punto sullo stato dell’arte, il progetto Cabiria ha avviato sul territorio regionale un’indagine capillare resa possibile anche da una fitta rete di conoscenze personali e talvolta ostacolata dall’inagibilità dei locali o da reticenze più o meno manifeste. Contemplando, la seconda fase del progetto, la catalogazione dei documenti, e presentandosi quindi il censimento come suo semplice stadio propedeutico, si è ritenuta sufficiente l’adozione di una scheda di rilevazione dei dati che permettesse l’identificazione dei materiali.

Il computo complessivo dei documenti reperiti nelle diverse province piemontesi - computo che, com’è nella natura di questi progetti, non mancherà di essere ulteriormente incrementato nel tempo - ammonta a 107 manoscritti e 2754 stampe, quasi un quinto dei quali risalenti al primo trentennio del Novecento e altrettanti al decennio successivo.

Com’era prevedibile, il maggior numero di documenti (oltre un migliaio) è posseduto dall’Archivio e dalla Bibliomediateca “Mario Gromo” del Museo Nazionale del Cinema; seguono la Biblioteca Civica Musicale “Andrea Della Corte” di Torino (oltre seicento documenti), la Biblioteca della Scuola Comunale di Musica “Francesco Antonio Vallotti” di Vercelli e la Biblioteca privata Bruno Raiteri di Verolengo (oltre duecento), la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino (poco meno di duecento).

La ricerca ha confermato che gli archivi e le biblioteche degli enti religiosi possono riservare delle sorprese anche relativamente ad ambiti apparentemente lontani dalle loro finalità istituzionali; numerosi, infatti, sono stati i ritrovamenti avvenuti in particolare a Torino nella Biblioteca “Eugenio Reffo” della Congregazione di San Giuseppe (Collegio Artigianelli), nell’Archivio Arcivescovile, nella Biblioteca del Collegio San Giuseppe, nella Biblioteca del Convitto Ecclesiastico della Consolata.

Se - com’era ipotizzabile - il gruppo numericamente più cospicuo è costituito da canzoni e singoli brani strumentali, tra i documenti figurano alcune delle prime partiture per film, spesso presenti in riduzioni per piccoli organici o per pianoforte: da quella di Saint-Saëns per L’assassinat du Duc de Guise di Calmettes e Le Bargy (1908) a quella di Osvaldo Brunetti per Lo schiavo di Cartagine di Luigi Maggi, Roberto Omegna e Arturo Ambrosio (1910); da quella di Carlo Graziani-Walter per Gli ultimi giorni di Pompei di Eleuterio Rodolfi (1913) a quelle di Pizzetti e Manlio Mazza per Cabiria di Pastrone (1914); da quella di Breil per The Birth of a Nation di Griffith (1915) a quella di Mancinelli per Frate sole di Corsi e Falena (1918).

Da segnalare anche la musica di Angelo Francesco Lavagnino conservate nell’archivio privato della famiglia a Gavi (Alessandria) e le partiture per documentari prodotti da industrie come la FIAT e la Olivetti.